mercoledì 18 maggio 2011

Delicate Arch

Delicate Arch, Arches National Park, 6 febbraio 2011

Credo non mi capiterà un’altra occasione per vivere da unico spettatore una delle meraviglie della natura come Delicate Arch.

Arches

Sono rimasto per quasi due ore ad assorbire la bellezza del luogo, quasi sempre da solo.

Dal tracciato su Gpsies.com si capisce che salendo sono finito fuori dal sentiero, avevo perso di vista la sequenza di cairns che segna la via. Al ritorno sono stato più attento.

In primavera/estate questo luogo è molto frequentato, soprattutto al tramonto. Ognuno, compreso io e Silvia, vuole fare una foto sotto l’imponente arco. Ecco uno scatto del nostro viaggio nel 2007 per dare un’idea delle proporzioni.

Arches Arches

Il secondo scatto del 2007 mostra la bella via di accesso all’anfiteatro naturale, a sinistra di Silvia c’è un bel baratro abbastanza alto da consigliare grande prudenza. Non ho una foto di questo tratto scattata lo scorso febbraio: ero troppo impegnato a rimanere in equilibrio sulla spessa lastra di ghiaccio che ricopriva il sentiero!

A febbraio la temperatura oscillava attorno allo 0° durante il giorno. Verso la fine del tramonto, nel momento in cui il disco solare non si è più visto all’orizzonte, la temperatura ha iniziato a scendere rapidamente ed il vento è aumentato. Io mi ero già raffreddato per essere rimasto fermo a lungo ed il freddo si è fatto così intenso che ho avuto qualche difficoltà a richiudere fotocamera ed il resto per il tremore alle mani. Avevo addosso 5 strati tra tessuti tecnici, sciarpa e giacca antivento, eppure non bastava.

Il cammino di ritorno mi ha subito riscaldato. Camminando verso ovest l’orizzonte, vasto come solo in America può essere, ha mostrato un continuo cambiamento di colori. Non mi sono fermato per tirare fuori la fotocamera per il freddo e per gli ululati dei coyote che, curioso e divertente ma in quel momento anche un po’ inquietante, sembravano provenire dalla stessa distanza man mano che mi allontanavo (NB: mi davano l’impressione che i coyote mi seguissero, anche se a debita distanza).

Con le torce elettriche non ho avuto problemi a seguire il sentiero e quando il buio completo mi ha avvolto la volta celeste era punteggiata da un’infinità di stelle. Uno spettacolo difficilmente visibile in Italia e in Europa.

Il West non delude mai.

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