mercoledì 16 gennaio 2008

Le dimissioni di Mastella

Quando ad inizio legislatura venne annunciato il nome di Mastella quale ministro della Giustizia, oltre ad esserne ovviamente disgustato, mi ero detto che Prodi doveva avere dei buoni motivi per includere nel governo una figura politica che, come poche altre, è in grado di rappresentare il peggio nella politica italiana. Insomma, M. sta al Ministero di Grazia e Giustizia come l'eterna emergenza rifiuti sta a Napoli, qualcosa di tipicamente italiano ma di cui non essere troppo fieri.

Oggi la moglie del ministro viene raggiunta del provvedimento degli arresti domiciliari e lui annuncia le dimissioni. Alle 13 il sondaggio Sky indicava a più del 90% il numero dei votanti tra gli utenti Sky (io tra questi) che apprezzavano le dimissioni. In pratica stavamo tutti esultando per la dipartita del ministro ...

Il bello deve ancora venire. Reazioni rabbiose contro la magistratura che "osa" colpire un familiare di una persona della "massima onestà intellettuale" e quindi, in virtù di tale legame, anche lei intoccabile, questo il succo del commento di Casini ... giusto, perchè le persone per bene non devono avere a che fare con la magistratura, che deve occuparsi solo dei malfattori ... E non è l'unico, tutti fanno a gara per attaccare la magistratura, tranne Di Pietro.

Aspetto di sentire a breve il messaggio di solidarietà di Dini, che lamenterà le inaudite intrusioni della magistratura nelle vicende finanziarie della moglie, condannata a 2 anni e 4 mesi, condonati dall'indulto. In America un politico in questa situazione avrebbe avuto il buon senso e la decenza di sottrarsi alla vista dell'elettorato ritirandosi a vita privata ... in Italia invece si può fare l'ago della bilancia.

In tutto questo risalta Storace, implicato (fin sopra i capelli) in un caso di intercettazioni al cui confronto il Watergate sembra uno scherzo, che dice che "se c'è un sospetto deve andarsene". Infatti lui lasciò l'incarico di governo ... è certo segno dei tempi che corrono se la predica giunge da questo pulpito.

La risposta della Associazione Nazionale Magistrati cerca di riportare la questione ad un livello logico ... ma ormai è fatta, non c'è momento migliore per avvicinare ulteriormente le frange di ogni parte che mirano ad ottenere l'impunità della classe politica. Quanto sarà più difficile portare avanti la riforma sull'assetto radio televisivo in questo clima?

In tutto questo disastro Prodi cerca di restare a galla, che non può fare altro che respingere le dimissioni evitando di spingere ulteriormente M. tra le danarose braccia di Berlusconi, portando alla caduta del Governo.

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