lunedì 17 luglio 2006

Il sergente reclutatore in Fahrenheit 9/11

Qualche settimana fa è deceduto in combattimento in Iraq un marine che, in qualità di reclutatore, è comparso nel film "Fahrenheit 911" di Michael Moore.


In quel ruolo non aveva dato un'immagine positiva della propria missione, visto che cercava di reclutare preferibilmente i ragazzi poveri delle zone urbane più povere.


Non ci piace sapere che da quando esistono gli eserciti nazionali sono sempre state le fasce più deboli o svantaggiate della popolazione civile a riempire i ranghi della truppa. Semplicemente perchè chi proviene dal resto della società, percentualmente molto significative negli eserciti di professionisti come USA e UK, non ha bisogno di essere convinta, lo fa per scelta, per migliori opportunità di studio, per mille altri motivi.


Di certo lui non era un elemento perverso del meccanismo di reclutamento che cercava di convincere giovani resi ignoranti dalla scuola e dai media a rischiare la vita in un angolo sperduto del medio oriente. Funziona così, in tutto il mondo, solo che ci si dimentica che molto spesso in guerra si muore. E che, quindi, fare il militare non è proprio un lavoro come un altro.


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